In un freddo pomeriggio d’ inverno, seduto al solito
tavolino del bar, ordinai una calda cioccolata e mi persi nell'osservare le
persone che passeggiavano per il parco. Di solito, passavo il tempo gustando
una buona lettura o incidendo dolci storie basate sulle persone che mi
passavano davanti, che prendevano vita nella carta. Adoravo sedermi ad
osservare le persone e a immaginare la loro storia, le loro esperienze, chi
erano stati; volevo regalare ad ogni persona il proprio “lieto fine”, quello a
cui avrei voluto ambire anch'io. E mentre il mio passato iniziava a riemergere
dalla parte più profonda della mia mente, intravidi una ragazza. Era seduta in
una panchina arrugginita nel parco che straboccava di persone. Era immobile e
indifferente a quello che gli capitava attorno. Era immersa nei suoi pensieri,
lo si capiva dallo sguardo perso nel vuoto.
Ho sempre preferito rimanere in silenzio e comprendere ogni piccolo dettaglio delle persone che mi trovavo davanti; potrete definirmi pazzo, ma è meraviglioso cogliere ogni singola sfumatura delle persone… Ma in lei non riuscivo a comprendere niente. Quella piccola figura, adagiata su quella panchina, ai occhi dei altri non appariva nemmeno. Le persone passavano senza accorgersene della sua presenza; e per un secondo, la vidi alzare il capo. Riuscì a intravedere solo il suo sguardo e capì che non avrei mai scordato quei occhi, tanto bramosi di luce. Il suo corpo non tradiva nessun movimento, al contrario del suo sguardo, che esternava più di quanto volesse far sapere.
Ho sempre preferito rimanere in silenzio e comprendere ogni piccolo dettaglio delle persone che mi trovavo davanti; potrete definirmi pazzo, ma è meraviglioso cogliere ogni singola sfumatura delle persone… Ma in lei non riuscivo a comprendere niente. Quella piccola figura, adagiata su quella panchina, ai occhi dei altri non appariva nemmeno. Le persone passavano senza accorgersene della sua presenza; e per un secondo, la vidi alzare il capo. Riuscì a intravedere solo il suo sguardo e capì che non avrei mai scordato quei occhi, tanto bramosi di luce. Il suo corpo non tradiva nessun movimento, al contrario del suo sguardo, che esternava più di quanto volesse far sapere.
Provai ad unire i piccoli frammenti che trasmettevano i suoi occhi, cercando di immaginarmi la sua storia. Me la immaginai, immersa in un prato di splendide margherite, mentre rideva. Sentì riecheggiare la sua risata; una risata idilliaca, semplice e indimenticabile…
Eppure, per quanto provassi ad immaginarla con un
sorriso dipinto
sul viso e una coroncina di margherite che le contornava il capo, mi ritornava in mente il suo sguardo vuoto.
sul viso e una coroncina di margherite che le contornava il capo, mi ritornava in mente il suo sguardo vuoto.
Ero intrigato da quella ragazza… non so bene come,
ma i suoi occhi bui mi avevano stregato; si erano insidiati nel mio cuore e
nella mia mente. Era sempre stato facile immaginarmi le persone che mi circondavano
e creare una storia attorno a loro, facendole diventare protagonisti di un
piccolo mondo. Ma con lei… quello che provavo a scrivere era come un gracile
castello di carta, pronto a sgretolarsi
con una folata di vento.
Appena rialzai il capo, vidi la ragazza alzarsi e
andarsene.
Il giorno dopo la ricercai con lo sguardo, sperando di rivederla su quella panchina, ma non la vidi più. Ogni tanto mi ritorna in mente, e cerco il suo sguardo tra la folla, sperando di intravederla.
Il giorno dopo la ricercai con lo sguardo, sperando di rivederla su quella panchina, ma non la vidi più. Ogni tanto mi ritorna in mente, e cerco il suo sguardo tra la folla, sperando di intravederla.
Chissà come sta? Chissà com'è il suo sorriso o come
sono i suoi occhi pieni di vita?
Ripensando a lei, spero di rivederla in un giorno di
primavera, mentre il sole splende e riscalda la giornata. Spero di rivedere la
ragazza con lo sguardo che faceva la guerra.. che era riuscita a rapirmi il
cuore.