Photography
giugno 10, 2016
A volte una fotografia può essere l'unica cosa che ti
rimane di una persona che non c'è più.
L'ultimo ricordo.
Possono essere momenti di quando
eri piccola, come: compleanni, o la prima volta che hai camminato o provato una
nuova esperienza condivisa con lei.
È l’unica prova che quella
persona sia esistita davvero e che no sia solo un tuo sogno dovuto da un
ricordo ormai sbiadito.
Di fotografie ne ho collezionate
tante, e molte volte sono state l’unica cosa a cui aggrapparmi per ricordare
momenti che sono sbiaditi col
tempo; ma non so come, in un momento, ho smesso. Smesso di appassionarmi alla fotografia perché preferivo non
ricordare. Dimenticare quella fase, in cui tutto sembra più difficile del
solito; credevo fosse l’unica soluzione. Eppure ripensandoci mi accorgo che pur
essendo stato un momento non piacevole,
in alcuni frangenti, sono riuscita a portare a termine progetti e realizzare
sogni che vorrei tanto rivivere attraverso un oggetto.
In certi casi, una foto o un
video è l’unica cosa vera e ancora viva.. perché grazie a quella puoi
ripensarci, puoi immergerti in essa e riesci a capire quanto quei momenti siano stati importanti per farti
diventare la persona che sei ora.
E solo ora inizio a pormi la
domanda in quale momento diventiamo noi.
Cioè il momento che decide come
guarderemo il mondo per sempre.
Per me, è stato da piccola.
Guardando le finestre delle case, pensando che fossero delle
grandi cornici che ti mostravano quello che c’era all'interno.
In una ci poteva essere un nonno
che leggeva la favola della buona notte a un bimbo, invece in un'altra, una
famiglia stava facendo l’albero di natale.
Ho sempre visto le finestre come
cornici nella vita delle persone; come se potessi vedere all'interno della loro
anima… un po’ come gli occhi. E ho scelto di guardare il mondo attraverso una cornice o un obbiettivo.
Erano scatole di luce.
Finestre sulla loro vita.Ed ogni cornice pregava una storia.
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